Giorgio Prodi, fratello dell’ex Presidente del Consiglio dei ministri, è stato un luminare dell’oncologia in Italia.
Una stirpe che fa rima con eccellenza. Componente di una famiglia numerosa, composta in totale da sette fratelli e due sorelle, Giorgio Prodi porta nel (cog)nome un rimando al mondo della politica. Merito soprattutto di Romano e quindi di Vittorio, sebbene egli non sia mai stato persuaso a tentare la scalata al potere. Non per questo la sua figura è stata di secondaria importanza. Anzi, a decenni di distanza dal momento in cui è venuto a mancare, conserva un posto di spessore nel proprio ambito di specializzazione: quello dell’oncologia. Proviamo ora a tracciarne il profilo professionale e umano.
Giorgio Prodi: la biografia
Giorgio Prodi nasce il 12 agosto 1928, sotto il segno del Leone, a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia. Si laurea in Medicina e Chirurgia all’Università di Bologna. Nel proseguo, espleta l’incarico di assistente straordinario di Giovanni Favilli in patologia generale, lungo il biennio 1953-1955. Poi, dal 1959 al 1961, lavora a Parigi, presso l’Institut du Radium. Assistente di ruolo di patologia generale dal 1956 al 1966, riceve la seconda cattedra dell’Università di Bologna nel 1966. Due anni più avanti diventa il primo professore straordinario di oncologia sperimentale in Italia.
Su tale cattedra è ordinario nel periodo che va dal 1971 al 1978, durante il quale costituisce, nel 1972, il primo centro di cancerologia istituito presso un’università italiana. Dal novembre del 1978 è ordinario di oncologia. Nel 1984, oltre ad ottenere la laurea in chimica presso l’Università di Bologna, inaugura e dirige il Centro interdipartimentale per la ricerca sul cancro. Delle sue competenze traggono peraltro ricorso il Ministero della Pubblica Amministrazione e il Ministero per la Ricerca Scientifica e Tecnologica.
Poche figure riescono a far coesistere, nel proprio lavoro intellettuale, l’ispirazione scientifica e quella filosofico-letteraria. Con Il neutrone borghese, dato alle stampe nel 1980, egli dà, infatti, il via a una florida attività come autore di romanzi e racconti, tra cui Lazzaro, biografia romanzata di Lazzaro Spallanzani, insignito del Premio Grinzane Cavour. L’ultimo libro, Il cane di Pavlov, esce nel 1987, lo stesso in cui (il 4 dicembre a Bologna) muore per una forma di cancro. Ciononostante, altri lavori usciranno postumi, tutti raccolti nel volume L’opera narrativa (2009).
Giorgio Prodi: la vita privata
Giorgio Prodi sposò in prime nozze la pittrice Anna Maria Nigro, da cui ebbe il figlio Claudio, e, rimasto vedovo, convolò all’altare con la patologa Anna Gasperi-Campani, che mise al mondo il secondogenito Enrico Emanuele. Viveva a Scandiano. Il patrimonio non è noto.
3 curiosità su Giorgio Prodi
– Dal 1988 ha luogo ogni anno una conferenza della Società Italiana di Cancerologia intitolata a lui.
– Umberto Eco era un suo profondo estimatore.
– Dedicava qualche ora al giorno all’ascolto disteso di musica classica.